Guida l’Italia

Ad un passo dalla Libia

La nostra opinione pubblica appassionatasi alla paternità di Niki Vendola, farebbe bene a distrarsi qualche secondo per riflettere sulle parole del segretario alla difesa statunitense pronunciate sulla situazione in Libia. Ash Carter ha detto testualmente che “L'Italia, essendo così vicina, ha offerto di prendere la guida in Libia. E noi abbiamo già promesso che li appoggeremo con forza”. E’ Un’investitura del governo italiano per risolvere il contenzioso in quella regione. Inutile sperare che si arrivi ad un qualche accordo fra le principali fazioni e attendere una qualche richiesta di un’autorità locale che non verrà. Bisogna agire indipendentemente e questo aumenta i rischi ed i pericoli. Per essere esatti, dalle parole del segretario della difesa statunitense, non si scorge nemmeno l’ombrello dell’Onu che è con i suoi ridicoli tentativi di mediazione, ha la responsabilità dell’evolversi di una situazione oramai incontrollabile. Stando ai media in Libia si sono già attivati i reparti speciali dell’esercito francese. Sommati ai droni armati che partono dalla base Usa di Sigonella, ecco che dovrebbe essere chiara a tutti l’entità della missione a cui è chiamato il nostro Paese, A questo punto il governo italiano farebbe bene a informare il parlamento della situazione e delle aspettative degli Stati uniti visto che abbiamo chiesto noi un ruolo di protagonisti. Non c’è solo un problema di vicinanza e di ideale tutela della regione libica, dettata dalle ragioni storiche ben note. C’è una questione di opportunità. Piuttosto che schierare i soldati contro i migranti che scappano dalla guerra, come sta avvenendo disonorevolmente in Macedonia e altre parti di Europa, meglio schierarli contro coloro che destabilizzano le regioni da cui quelli fuggono. Una scelta che concerne l’intera comunità europea convinta fino a questo momento che il suo futuro dipendesse di successi o dagli insuccessi delle politiche monetarie adottate. E’ lecito dubitarne. Quando sei preso d’assalto alle frontiere, inutile infierire su quelli che ti chiedono rifugio, meglio assumersi la responsabilità politica e morale di combattere chi costringe alla fuga tanti essere umani. Stiamo ancora a guardare e quello che si è verificato in Siria accadrà in Libia. A quel punto i flussi migratori che sinora abbiamo stentato a controllare, diventeranno un’ondata travolgente. Se l’Europa non offre una qualche prospettiva di stabilità ai suoi vicini mediorientali, dovrà abituarsi a convivere in pianta stabile con i tanti migranti che premono sui suoi confini. E questo senza citare la minaccia terroristica che già ci è stata rivolta evidentemente il novembre scorso.

Roma, 1 marzo 2016